Il santuario di Policoro e il culto di Demetra - itMatera

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COSA VEDERE EDIFICI STORICI

Il santuario di Policoro e il culto di Demetra

Il santuario di Demetra - Demetra in bassorilievo

Il santuario di Demetra di Policoro, un importante sito archeologico che evoca riti antichi e ancestrali, che si perdono nelle notte dei tempi. Gli scavi del santuario, hanno avuto inizio nel 1964 e lentamente hanno portato alla luce un tassello di una storia antichissima.

Lucania santuario di demetra

In terra lucana, è interessantissimo e suggestivo da visitare tutto il Parco archeologico. Esso si trova alle spalle del Museo Nazionale della Siritide che custodisce i resti dell’antica città di Siris-Heraclea. Il santuario di Demetra si trova proprio nelle vicinanze del Museo, così come il Tempio Arcaico dedicato a Dionisio risalente al VII sec. a.C.

Il santuario di Demetra

L’Oikos, ovvero la casa degli dei, è orientato verso est; considerato importante per la funzione che questo edificio aveva all’interno del santuario demetriaco. Successivamente, dal 1965 al 1971 l’archeologo tedesco Bernhard Neutsch ha scavato la parte centrale del santuario. Dal 1989, e ancora oggi, il sito è oggetto di continui scavi da cui affiorano “pezzi” di un grande mosaico storico. Il culto di Demetra nella Lucania antica, era importantissimo, e rappresentato dalle statuette “dedaliche” lì rinvenute.

Antiche Monete
Antiche monete rinvenute nel sito archeologico di Policoro

A tal proposito possiamo osservare la spiga d’orzo raffigurata sulle monete del VI secolo a. C. e numerose documentazioni archeologiche che confermano il culto. La divinità rappresentante la Grande Madre o la Madre Terra, era protettrice della fertilità e della fecondità naturale. Lo era anche della salute, il culto più antico. Si evoca tra i bassorilievi, l’avvenenza della dea esposta ai desideri dei fratelli Zeus e Poseidone.

Il santuario di Demetra in terra lucana

Tuttavia lei, Demetra, amò Giaiso da cui ebbe Pluto. Questi morì per la gelosia di Zeus che lo folgorò. Tornando al sito archeologico, lo possiamo ricondurre alla fase di dominio acheo-sibarita nella Siritide, a cui si riferiscono i frammenti di ceramica. Essi si presentano a figure nere con atleti-guerrieri. Immagini coeve con cavalieri e figure atletiche, che ritroviamo in contesti funerari di VI e V secolo a. C.

 Il santuario di Demetra - Vaso Di Policoro ora nel museo
Vaso del santuario di Demetra di epoca eracleota

Sono raffigurate su due vasi provenienti dal santuario della fase eracleota di Demetra. Si tratta di un hydriskos a vernice nera con un’elementare scena graffita e un’anfora di tipo ionico a figure nere priva di fondo e utilizzata come vaso rituale con scena di giovani in corsa; nella specialità del diaulos, che prevedeva un percorso doppio rispetto alla specialità della corsa veloce nello stadion.

Dromos

Al riguardo, si ipotizza nei pressi del santuario di Demetra, all’interno della piccola valle del torrente Varatizzo, un dromos ossia un luogo per le corse con cavalli. Tale ipotesi nasce  sulla base della nota epigrafe su lamina bronzea in collezione privata romana. La lamina elenca i beni di una dea venerata sul fiume Sinni nei pressi di un dromos.

Il santuario di Demetra - Lamina Del Santuario di Policoro
Antica lamina del santuario di Policoro

E, ancora, la scena di corsa sull’anfora potrebbe legarsi alla sfinge rappresentata con chiare simbologie proprie dei santuari demetriaci. E’ quindi possibile un legame con giochi legati al culto dei morti o a una religiosità inerente il culto di Demetra. Le ultime ricerche archeologiche hanno confermato con documentazioni probanti, una produzione di una rielaborazione indigena dei materiali coroplastici cioè di terracotta. Sempre ad Eraclea, nel santuario rurale è stato rinvenuto un altro oggetto votivo che rappresenta un gruppo di fave fittili.

Il sacro segreto

Secondo un mito arcade confluito in Pausania, la fava è l’unico vegetale che la dea non dona ai Feneati ed è perciò considerato impuro. Demetra ne proibisce l’uso ai sacerdoti di Eleusi e agli iniziati al suo culto. Tale divieto, che costituisce per gli antichi un segreto sacro, potrebbe spiegarsi a Metaponto, proprio tenendo conto dell’importanza economica che le fave hanno prima dell’introduzione della cerealicoltura.

Il santuario di Policoro e il culto di Demetra ultima modifica: 2021-04-12T08:02:23+02:00 da simona aiuti

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