Dalla Basilicata ad Assisi 500 Km a piedi per far benedire il suo amato e inseparabile cavallo cieco. Sembra una storia da libro cuore e in fondo lo è, almeno nell’essenza e nei sentimenti.
Dalla Basilicata ad Assisi a piedi
E’ stato un giovane ragazzo lucano a voler intraprendere l’impresa, che non deve essere stata poi tanto agevole, ma lo spirito lo ha sostenuto e non poco. Questa dolce vicenda, qualche tempo fa è rimbalzata sui social, ma cosa lascia? E soprattutto cosa insegna, affinché non scorra via come acqua di ruscello? Resta una vicenda che ha visto protagonista Cono La Veglia, giovane barista di 23 anni, e mi domando cosa pensano i suoi coetanei al riguardo.
Cono è partito a settembre inoltrato da Lagonegro e qualche tempo dopo, in una domenica pomeriggio, è arrivato davanti alla Basilica di San Francesco. Desiderava una benedizione per il suo amico inseparabile, che risponde al nome di Jay. Non tutti l’avrebbero fatto e non tutti avrebbero affrontato le difficoltà di percorrere 500 Km a piedi e poi con un cavallo che non può vedere e dipende ancor di più dal suo nemico umano.
Cono la Veglia e il cavallo Jay
Cono voleva pregare San Francesco, protettore degli animali e avere una benedizione speciale e il sacrificio in tutto questo ha avuto un ruolo speciale. La preghiera, il cammino, una sorta di penitenza e il valore dell’amicizia. Quello di Cono La Veglia è stato quindi un viaggio spirituale molto intenso, che auspico abbia una ricaduta anche in una seconda lettura, per i ragazzi che non sanno bene come approcciarsi alla fede, e alla preghiera. Farlo attraverso il valore dell’amicizia, non è affatto un atto secondario.
Altri ragazzi italiani, anche se per motivi diversi, hanno deciso ad un certo punto della giovinezza, di camminare per l’Italia a piedi. Si tratta in qualche modo di fare come i pellegrini in epoca antica. Calpestare sentieri, vie secondarie e respirare le atmosfere dei borghi, può essere molto formativo. Con un cavallo, o comunque camminando per l’Italia, si deve stare lontani dalle autostrade.
Dalla Basilicata ad Assisi a piedi
Questo può essere un vantaggio, perché si entra in contatto con i piccoli centri abitati. Si conoscono le realtà vere e si possono trovare borghi molto accoglienti. Orbene, Como insieme al suo amato cavallo, ha portato per 500 km il suo cavallo cieco nella città di San Francesco per farlo benedire e infine ha trovato accoglienza. Il suo cavallo quattordicenne, affetto da glaucoma, dolcissimo è completamente innamorato del suo padrone e a lui s’abbandona fiducioso.
Cono in qualche modo ha portato “sulla tomba di Francesco anche le speranze e le preghiere della gente che ha incontrato lungo il percorso fino ad Assisi” si legge sulla pagina social di Assisi. Ad accoglierlo, oltre ai frati del Sacro Convento, anche il sindaco di Assisi Stefania Proietti mentre a sorpresa, da Lagonegro è arrivata anche la sua famiglia. Per Cono e per Jay anche il «Testimonium».
Statio peregrinorum – San Francesco
Si tratta di un documento rilasciato dalla Statio peregrinorum San Francesco Assisi, che certifica l’avvenuto pellegrinaggio. Credo che il cammino di Cono La Veglia sia e debba continuare ad essere un filo conduttore, un esempio trascinante per chi può intraprendere un cammino. Cono ha portato il suo cavallo, ma c’è chi ha viaggiato con un caro amico disabile. Ci sono molte forme di cammino, ciò che conta è lo spirito e una certa “connessione” da trovare in un percorso che può svelare anche belle sorprese in nome di una rinnovata spiritualità.
