Margherita Cassano prima donna presidente di Cassazione vanta origini lucane. E’ importante per vari risvolti simbolici che per la prima volta una donna sia alla guida della Corte di Cassazione.
Margherita Cassano
Qualcuno tempo fa ha parlato del tetto di cristallo che si era finalmente infranto e non è poco. Che sia una donna lucana poi è motivo d’orgoglio. Le sue radici come accennavo sono a San Mauro Forte e Grassano in provincia di Matera, dove ci sono bellissimi paesaggi e vivono poco più di mille anime. Orbene, la Corte di Cassazione, è l’organo supremo della giustizia italiana e rappresenta il terzo e ultimo grado di giudizio in un processo.
A differenza del Tribunale di primo grado e della Corte d’appello, che si occupano sia della ricostruzione che della valutazione dei casi, la Corte di Cassazione ha il compito di verificare che le norme siano state interpretate e applicate correttamente. La nomina di Margherita Cassano è stata proposta all’unanimità dal Csm. Il voto finale tuttavia è fissato per il primo marzo 2023; alla votazione parteciperà anche il capo dello Stato.
Giudice di Cassazione
Margherita Cassano, 65 anni, è presidente aggiunto della Cassazione dal 2020. A nominarla è stato il plenum del Csm, riunito a Palazzo dei Marescialli. È dunque la prima volta che una donna magistrato raggiunge un ruolo così alto ai vertici della Suprema Corte.
Margherita Cassano è stata indicata come unica candidata per la carica di giudice più alto in grado del Paese. Carica che ricoprirà dal 5 marzo, il giorno in cui l’attuale presidente, Pietro Curzio, andrà in pensione. Margherita Cassano entrerà anche a far parte, come membro di diritto, dell’organo di autogoverno dei magistrati, di cui è già stata componente tra il 1998 e il 2002; eletta dai colleghi nelle file della corrente «moderata». La dottoressa Cassano è figlia di Pietro Cassano, che ha presieduto molti processi negli anni di piombo.
San Mauro Forte e Grassano
Facendo un breve passo indietro, la dottoressa Cassano è entrata in magistratura nel 1980. Si è occupata di casi legati alle tossicodipendenze e al traffico di droga, insieme a Pier Luigi Vigna. Si è poi impegnata nelle indagini sulla criminalità organizzata. E’ stata a lungo pubblico ministero, prima di vivere l’esperienza come consigliere del Csm. Lo è stata per 13 anni poi è stata giudice in Cassazione. Infine nel 2015 all’unanimità è arrivata la nomina al vertice della Corte di Appello.
Unica candidata, carriera eccellente, non era mai accaduto nella storia della magistratura italiana che una donna fosse presidente della Corte di Cassazione. Nel percorso delle donne verso una piena parità nel mondo del lavoro questa è sicuramente una tappa epocale. Consideriamo che fino alla metà degli anni ’60 questa carriera era preclusa al genere femminile. Oggi le cose sono cambiate: le donne sono più della metà dei giudici italiani.
