I taralli lucani, sono prodotti tipici dell’Italia meridionale e sono protagonisti indiscussi fra i prodotti da forno lucani. Noti anche come scaldatelli, i taralli lucani sono salati ed hanno una forma tipica allungata.
I taralli lucani
I lucani, si differenziano dai tarallini pugliesi, piccoli e friabili tondeggianti, e da quelli napoletani piuttosto speziati con pepe e mandorle. Tuttavia, i taralli lucani si preparano facilmente con farina, olio e sale. Possono essere anche impastasti con spezie come peperoncino, rosmarino e cipolla.
Quelli più tipici però si arricchiscono con i profumati semi di finocchio. Per rendere i taralli lucidi e croccanti si sbollentano e così lievitano, creando dei fori all’interno. Poi si asciugano in forno, per eliminare l’umidità e assicurare la lunga conservazione. Importante è proprio il passaggio in forno, perché la giusta cottura ne determina la qualità. La forma allungata è fondamentale, perché distintiva; inoltre, questo prodotto esalta la sua qualità intinto nel vino. Leggenda narra, infatti, che ogni nonno svezzasse i nipoti con i finocchietti imbevuti nel vino.
I taralli lucani con finocchietto selvatico
C’è a anche la forma ad otto, che deriva forse da un’esigenza pratica; ovvero non sprecare avanzi di pasta quando il pezzettino usato per formare la goccia è troppo lungo. Inoltre in origine nel punto di pressione e chiusura del biscotto, s’imprimeva un sigillo, meglio una chiave, indicante le iniziali o il simbolo riconducibile a una famiglia. Lo stesso che in formato più grande si usava per il pane.
Una volta, le massaie impastavano in casa il pane e i taralli e li affidavano ai garzoni dei forni per la cottura; non prima di ‘marchiare’ ciascun lievitato con un “timbrino”, per distinguerlo da quelle delle altre famiglie. Dal gusto e dal profumo inconfondibile, ancora oggi, i taralli lucani sono perfetti come aperitivo “spezza fame”. Da soli o in compagnia di salumi e formaggi, o per accompagnare un buon bicchiere di vino rosso prima del pasto, sono decisamente un ottimo ingrediente per l’aperitivo o per un gustoso stuzzichino.
La ricetta
Dovremo procurarci circa 500 gr. farina 00, 100 gr. di olio extravergine d’oliva, un cucchiaino di sale, un uovo, una manciata di semi di finocchio. Tenete a portata di mano mezza caraffa d’acqua tiepida. Inizieremo con il disporre la farina a vulcano, aggiungendo i semi di finocchio, il sale, l’olio, l’uovo e l’acqua. Impasteremo ottenendo un composto liscio ed omogeneo. Dovremo quindi riempire una pentola d’acqua e farla bollire. Riprenderemo l’impasto, taglieremo dei cilindretti di 1 cm di diametro e lunghi 20 cm. Formeremo i taralli, sovrapponendo e sigillando le estremità.
Snack spezza fame
Infine dovremo cuocerli nell’acqua bollente. Appena salgono a galla, dobbiamo scolarli, sistemandoli su un canovaccio. Dovranno asciugare e poi essere infornati a 190/200° per circa 25 minuti. Chi ama il piccante, potrà sostituire i semi di finocchio con del peperoncino secco sminuzzato. Quando sigillate le estremità, fate molta pressione, altrimenti potrebbero disfarsi. Usate anche l’estremità di un matterello, così i taralli non si apriranno durante la fase della bollitura. Infine, conservateli in un contenitore per alimenti; portateli in tavola per guarnire l’aperitivo o ogni qualvolta avete voglia di sgranocchiare qualcosa per spezzare la fame.
(Foto Facebook La cucina lucana)