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U cannittè, dalla civiltà rurale lucana fino a noi

U Cannitte - una serie di cannitte artigianali

Articolo promozionale

La cultura rurale sopravvive attraverso usi, costumi e anche attraverso utensili senza tempo. “U cannittè”, è proprio un oggetto, anzi uno strumento che deriva proprio dal mondo rurale. Ci sono artigiani valenti come il signor Silvio, dei veri artisti, che ancora oggi si dilettano a realizzare questi strumenti che sono emblema dell’antica civiltà contadina.

U cannittè

L’oggetto può suscitare sorpresa per chi non ne ha mai sentito parlare. Eppure nella riscoperta di molte pagine di quel mondo rurale, desta un certo interesse. Questo utensile è legato al buon bere conviviale, magari in certe feste tra amici, o anche nei matrimoni.

U cannittè - Tronco Con Rametti e cannitte

Tanti uomini si passano una botticella goliardicamente, magari al suono della fisarmonica. Si tratta infatti, proprio di una cannuccia che si infila nel fiasco, la fiaschetta appunto o una bottiglia per bere il vino a garganella. L’utensile, dal latino cannicius, è fatto di canna appunto. Tra l’altro in questo particolare periodo di pandemia, u’ cannitte’ si colloca nella tradizione lucana; con il vantaggio di evitare malattie contagiose. Il che, almeno in parte è certamente vero, poiché nel bere non si doveva e non si deve toccare il recipiente con la bocca. Storicamente, i primi cenni del cannittè li ritroviamo nell’era borbonica.

U cannittè e bere a garganella

Siamo nel VII secolo, sotto la sovranità di Carlo III. Al riguardo, si narra di un cavaliere, tale Orlando De Bonis che, nell’offrire da bere, immetteva questo pezzo di canna. Era un tondino, tagliato come un fischietto e s’infilava nel foro della fiaschetta, o botticella. Era un piccolo utensile, tra l’altro sopravvissuto nel tempo, del tutto uguale al passato, fatto con un pezzo di canna asciutta e secca.

U cannittè - i cannitte appena rifiniti Distesi

Questo materiale abbondava moltissimo nelle campagne. Ragion per cui, venne prodotto per soccombere alla mancanza di bicchieri. Soprattutto però, per non bere direttamente dal fiasco o bottiglia, usato anche da altri. L’uso del cannittè, lo si ricorda ancora nel capoluogo lucano, a Potenza, fino a un raggio di almeno 100 km. Possiamo dire che questo è l’antico “beccuccio”,  di uso comune, tra l’altro nella parata dei turchi a Potenza, dove ancora oggi, si beve per strada festeggiando.

Legno di sambuco o noce

Ancora oggi ci sono degli intagliatori che costruiscono questo utensile. Dopotutto, si può anche trovare un legno forato all’interno e con un coltellino, il gioco è fatto. Ad esempio, il legno di noce o di sambuco, presentano nella loro parte centrale il midollo che, con l’invecchiamento, diventa farinoso e cosi facilmente gli insetti, o un pezzo di ferro bastano a bucare il fusto centrale.

U cannittè - Foto Di Cannitte con stelo

Il sambuco però, proprio per la presenza del midollo molto largo, non era propriamente indicato per u cannittè; ma venivano inseriti nei buchi che fungevano da sversatoi, nelle botti. S’inserivano anche nei tini per la fermentazione dei mosti, ed erano detti “la cannedda”. Il pezzo di legno, lavorato per l’inserimento nella bottiglia, con il foro centrale, non consentiva però la fuoriuscita copiosa del vino. Ne esce una quantità minima e discontinua, quindi era necessario far entrare aria nella bottiglia. Fu cosi che s’intagliò la parte laterale del cannittè.

La cannedda

Questa è la parte conica che s’inserisce nella bottiglia o fiasco, al fine di consentire l’inserimento di una piccola cannuccia forata. La cannuccia invece aveva il compito d’introdurre aria nel contenitore, e consente l’uscita del vino. La cannuccia era fermata al cannittè tramite delle foglie di canna o mais, o semplicemente con della carta. Le cannucce di solito, venivano ricavate dallo stelo dell’avena selvatica, o dai rametti di canne di più anni.

(Foto Facebook lavori di artigianato U cannittè di Zio Silvio)

U cannittè, dalla civiltà rurale lucana fino a noi ultima modifica: 2021-02-05T07:08:21+01:00 da simona aiuti

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