Vigneti e vini lucani, sono una realtà interessante nel panorama enogastronomico italiano. La Basilicata è una regione che riveste oggi un posto ragguardevole, nel vasto panorama della viticoltura italiana.
La terra lucana, con i suoi circa cinquemila ettari di superficie, ha un microclima particolare.
Vini lucani
La viticoltura lucana, risale all’arrivo dei Lucani e in seguito dei Greci. Questi, fecero davvero fiorire la produzione di vino in questa regione. I Romani poi ci hanno tramandato, le prime testimonianze riguardo la qualità dei vini locali. Nunc est bibendum”, ovvero “ora si deve bere” (Odi, I, 37, 1) direbbe Orazio; uno dei poeti più apprezzati nella letteratura latina e nato a Venosa, cuore del Vulture e patria dell’Aglianico Doc, “signore” della tavola lucana.
E, quindi, proprio in Basilicata, il vino rappresenta quel “fil rouge” marcato e immancabile in ogni banchetto che si rispetti. Questi vini, lodati da vari poeti del tempo, arrivano fino a noi con un curriculum niente male. Orbene, fino agli inizi del XX secolo, il quadro dei vitigni era molto ben diversificato in Basilicata. Tuttavia, l’arrivo della fillossera, causò una non trascurabile perdita di molti vitigni autoctoni.
I vini lucani e l’Aglianico
Poi, l’introduzione di nuove uve provenienti da altre zone ha fatto il resto. Nondimeno, il vitigno principe della Basilicata è senza ombra di dubbio l’aglianico, da cui nasce l’unica Docg della regione. L’aglianico è seguito da montepulciano, moscato, malvasia, asprinio lucano, sangiovese, primitivo, cabernet sauvignon, trebbiano e greco. Non dobbiamo dimenticare che spesso il vino lucano, si usa anche come prezioso ingrediente in innovative ricette.
Questo “nettare”, rappresenta una delle peculiarità dell’enogastronomia regionale tanto da attrarre molti turisti, nelle numerose e suggestive cantine che si trovano in gran parte a nord della Basilicata. Principe incontrastato, rosso, ma anche corposo, aromatico e inconfondibile, è il pregiato Aglianico del Vulture Doc. Esso vanta un sapore intenso e per questo è sempre più apprezzato, anche fuori dai confini regionali. L’Aglianico, però, non rappresenta l’unica passione “da bere” che gli estimatori del vino possono vivere in terra lucana.
Vitigni della Basilicata
In Basilicata, ovunque ci si ritrovi a trascorrere un piacevole soggiorno, più breve o più lungo che sia, ci si imbatte facilmente in moltissimi vitigni pregiati locali. Così non si possono non annoverare tra le bottiglie meritevoli di considerazione anche il Vino di Matera Doc; prodotto con uve Aglianico, Sangiovese, Primitivo, Greco e Malvasia di Basilicata. Oppure possiamo citare il Vino Terre dell’Alta Val D’Agri Doc e; ancora, il Grottino di Roccanova Igt.
Sedendosi a tavola, per gustare la cucina locale, potremmo accompagnare ogni portata, con un vino diverso. Cominciando dall’antipasto al dolce, durante i pasti lucani, non può mancare un pregiato vino, “nettare degli dei”. Ecco perché si ha ragione di poter affermare che la Basilicata è, sì, una terra da scoprire, ma anche da apprezzare a tavola, scrutando la carta dei vini. Quindi, possiamo dire che la Basilicata include 4 denominazioni di origine controllata (Doc).
Spumante lucano
La zona vitivinicola principale si concentra nella parte collinare del Vulture, in provincia di Potenza; dove troviamo la Docg Aglianico del Vulture Superiore.
Troviamo un vino rosso da uve aglianico in purezza; che nella Doc si può trovare anche in versione spumante. In provincia di Matera, invece, si trova l’omonima Doc Matera prodotto nelle 4 tipologie di rosso, rosato, bianco e spumante. Sull’altro versante, le Terre dell’Alta Valdagri, nella val d’Agri, dove il clima è molto particolare e di tipo alpino. In questa zona troviamo il Grottino di Roccanova, rosso, rosato e bianco ottenuto da uve malvasia bianca.