La transumanza è parte integrante delle più antiche tradizioni lucane e, oggi, è anche protetta. La riscoperta e la valorizzazione della transumanza lucana è stata possibile anche grazie a eventi, convegni e manifestazioni che hanno promosso questa tradizione e portato gli attesi frutti.
La transumanza
Negli ultimi anni si stanno costruendo percorsi turistici legati a questa pratica. Il riconoscimento di Patrimonio culturale immateriale dell’Unesco per questa pratica rurale, con approvazione all’unanimità, inorgoglisce alquanto e fa guardare fiduciosi al futuro. Per il territorio della Basilicata, con la transumanza sui tratturi delle vacche podoliche, significa salvaguardare molto più di una vecchia abitudine campestre.
Orbene, dei dieci riconoscimenti di patrimonio immateriale Unesco italiani, ben cinque riportano al patrimonio rurale e agroalimentare. Almeno tre, tra cui dieta mediterranea, pizza e oggi transumanza, coinvolgono la regione Basilicata. Si delinea il binomio imprescindibile che lega l’agricoltura alla cultura. Ciò porta in modo naturale al turismo enogastronomico. E’ innegabile che i percorsi della transumanza con il loro valore sociale, economico, storico e ambientale possono e devono diventare uno dei macroattrattori per la Basilicata. Ciò grazie ai tracciati antichi nati per collegare la nostra regione, da nord a sud e da est a ovest.
La transumanza Lucana
La Basilicata è stata sempre in prima linea per l’ottenimento del riconoscimento, da parte del Mipaaf, del Sistema di qualità nazionale zootecnia bovino podolico al pascolo. La valorizzazione della carne podolica ha rappresentato sempre una delle grandi eccellenze dell’agroalimentare lucano. Lo sono anche i derivati dal latte come il caciocavallo podolico. Infatti, la Basilicata, ogni anno da maggio a luglio, muove oltre 150 allevamenti bovini per un totale di oltre dodicimila capi in movimento.
Essi si spostano sui percorsi storici. Gli allevatori portano il bestiame verso la montagna per raggiungere pascoli freschi. Poi ridiscendono e rientrano ai primi freddi. Esiste e va sviluppandosi una nova forma di turismo itinerante che oggi trova linfa vitale nei percorsi della transumanza. A tal proposito esistono grandi potenzialità di sviluppo territoriale anche per contrastare lo spopolamento delle aree rurali. Si creano così le condizioni per avviare attività economiche caratterizzate dal rapporto tra uomo, ambiente, natura, territorio, turismo, e cibo sano.
Tratturi lucani
La pratica della transumanza lucana con i suoi numeri importanti può quindi rappresentare una grande risorsa in termini turistici. I percorsi della transumanza, insieme con quelli del vino e dell’olio sono itinerari enogastronomici, sempre più apprezzati dagli appassionati del turismo rurale. Quindi è da rafforzare e supportare tutta la filiera. E’ importante diffondere e irrobustire la comunicazione del sistema della transumanza lucana, favorendo il turismo rurale nelle aree geografiche di passaggio e bivacco.
Ciò riscoprendo i percorsi delle vie semi-naturali dei tratturi. A tal fine sarebbero delle mappe con indicazioni delle giornate e delle soste degli allevatori. L’auspicio è che dopo il riconoscimento Unesco conquistato, tutto il lavoro fatto per arrivarci da parte della Basilicata non vada disperso. Ma possa quindi continuare in strategie di sviluppo del turismo rurale. C’è bisogno di grande sinergia tra allevatori e tutti i soggetti coinvolti ( enti, istituzioni etc).
Razza podolica
La Basilicata è la regione che rappresenta oltre il 50 per cento dell’antica razza podolica di bovini da carne. La pratica della transumanza è un elemento caratteristico ma anche essenziale per mantenere la rusticità di questa razza. Questa tradizione ha un ruolo determinante per la tutela dell’ambiente e la conservazione della biodiversità vegetale e animale.
Forse è arrivato il momento perché a livello legislativo, la Regione Basilicata riconosca appieno la funzione strategica che ha l’allevatore transumante. È quanto mai opportuno che una norma specifica sostenga e valorizzi la presenza dell’allevatore. Va riconosciuto il fatto che con la sua attività produttiva custodisce ma anche tramanda la cultura e la tradizione. Un’azione di valorizzazione del territorio che preserva l’antico guardando al futuro.