Il lago di San Giuliano è un’importante area naturale protetta della Basilicata. La storia della “Riserva naturale orientata oasi San Giuliano”, è legata alla nascita dell’omonimo invaso artificiale. Tra il 1950 e il 1957, in seguito agli aiuti del piano Marshall, si procedette allo sbarramento del fiume Bradano. Dal 1976 il lago di San Giuliano è diventato ‘Oasi di protezione della fauna’.
L’Oasi gode del vincolo paesaggistico. Nel 1989 il WWF Italia ha ottenuto, attraverso il Consorzio di Bonifica di Bradano e Metaponto, la concessione dell’area. E’ nata così un’oasi. Dal 1991 il tratto della gravina del Bradano, a valle dell’invaso è parte del Parco della Murgia Materana, e patrimonio mondiale dell’umanità Unesco.
Il lago di San Giuliano e la sua conformazione
La Riserva naturale orientata, relativa alla Provincia di Matera è stata dichiarata area “SIC”, tuttavia (Sito di interesse comunitario) e area ZPS, ovvero (Zona di protezione speciale). Dal 2003, il lago di San giuliano, è con decreto ministeriale nell’elenco delle zone umide italiane, previste dalla Convenzione di Ramsar; per la conservazione delle aree d’interesse internazionale per la fauna acquatica.
Il Lago di San Giuliano, non è rimasto un bacino sterile senza vita. Esso ha attratto fin dalla sua nascita numerose specie di uccelli acquatici. Per questo motivo è stato necessario intraprendere iniziative per tutelare l’intera area.
Una riserva di acqua di 100 milioni di metri cubi
Il territorio della riserva comprende il lago vero e proprio, che si estende per circa 8 km². La capacità idrica è di circa 100 milioni di metri cubi di acqua. Il lago è ricco d’insenature, ed è circondato da una fascia di rimboschimento notevole.
Fauna e flora del lago di San Giuliano
Nel tratto fluviale a monte dell’invaso la vegetazione tipica è caratterizzata da pioppi, salici e tamerici. Alla sommità delle pareti rocciose della gravina, invece, la vegetazione tipica è quella xerofila. Intorno al lago la fascia è costituita prevalentemente da pino d’Aleppo, cipresso ed eucalipto, perché tra il rimboschimento e il lago emergono vasti prati periodicamente sommersi.
Tanti sono i mammiferi presenti, come l’istrice, il tasso, il gatto selvatico e la faina, e anche delle non rare lontre. Nel lago vive la casarca, raro esemplare di anatra, e il pellicano. Nell’area saltuariamente vivono dei cigni reali poiché in sosta nell’oasi.
Area di migrazioni
Nel 2010 è stato avvistato un esemplare della rarissima albanella pallida, trovata ferita, e affidata al Centro recupero animali selvatici della riserva. Quest’area si contraddistingue per lo svernamento e le migrazioni. Si contano infatti circa 180 specie di uccelli, molte delle quali sono classificate come specie rare.
Il ritrovamento del fossile di balena
Vivono nell’area anche degli aironi cinerini, garzette, svassi, e folaghe. In inverno arriva l’airone bianco maggiore, il moriglione, il fischione, la volpoca, l’oca selvatica e la rara moretta tabaccata. Tra i rapaci sono comuni il nibbio reale, il nibbio bruno, la poiana, qualche esemplare di falco pescatore e tra le pareti della gravina qualche capovaccaio. Tra i passeriformi è da citare il pendolino, simbolo dell’oasi del WWF.
Nell’agosto del 2006 sulle sponde del lago è emerso il fossile di una balena risalente al pleistocene. Il reperto è lungo circa 27 metri ed è stato denominato “Giuliana la balena di Matera“. Ora è sotto la tutela della Soprintendenza per il patrimonio storico, artistico e demoantropologico, per essere esposto nel museo archeologico nazionale Domenico Ridola di Matera. Altri reperti collaterali raccolti e catalogati, a cura della Sopraintendenza ai beni culturali, sono in attesa di idonea catalogazione e collocazione.