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I palmenti di Pietragalla, simboli dell’antica civiltà rurale

Cantine Di Pietragalla

I palmenti di Pietragalla, un luogo che vale davvero la pena di visitare; fiabesco, e con panorami che incantano. Ci troviamo dunque a Pietragalla, in terra lucana, dove si può camminare immersi in un parco urbano davvero unico.

I palmenti di Pietragalla

Siamo nel Parco dei Palmenti Ipogei dove si respira ancora un’aria antica e ricca di storia che si narra da sola. Vale davvero la pena inerpicarsi in questo paesino di 3000 abitanti sperduto tra le montagne della provincia di Potenza; lontano dal caos e dall’inquinamento. Il nome non si deve confondere con “pietra gialla”; errore comune. Invece dobbiamo fare riferimento al gallo, l’animale simbolo dello stemma medievale, che la distingue. Pietragalla vive ancora oggi di agricoltura.

Smacap Bright
Wiki Loves Monuments Italia (CC BY SA 4.0)

Sono ben noti gli ottimi vini locali che sono davvero unici e, in tanti, fanno molta strada per degustare o prendere qualche bottiglia. I Palmenti Ipogei, sono comunque il vero orgoglio di Pietragalla; sono l’attrazione, poiché la caratterizzano distinguendola da tutto il circondario potentino. I palmenti, sono quei luoghi in cui si preparava l’uva per farla diventare mosto e poi vino. Erano le cantine dove si pestava e poi si filtrava l’uva.

Grotte scavate nelle rocce

Si camminava e viveva attraverso quel ribollire di mosto che traboccava colorato e violaceo; virando lento a mosto. Sempre negli stessi luoghi, si riempivano le botti quando si “compiva il tempo”. Da queste parti, gli abitanti di Pietragalla hanno sfruttato la roccia delle colline circostanti per scavarvi dentro degli ambienti; come graziose grotte artificiali.

I palmeti di Pietragalla - Pietragalla
Veduta di Pietragalla (Wikipedia -Giovanni Lancellotti – CC BY-SA 4.0)

Quindi, ancora oggi le vediamo emergere dai prati come casette di gnomi nordiche, quasi anglosassoni. Il bello per chi vuole fare del turismo esperienziale è che si può letteralmente camminare sui tetti dei palmenti perché sono stati scavati nella collina. Hanno dei verdi prati al posto di tegole come tetto! Si può quindi ammirare un paesaggio unico nel sud dell’Italia, quasi irlandese. Si può mangiare un panino con un bicchiere di rosso locale, osservando il mutare del cielo, e le sfumature di azzurro che mettono in risalto queste casupole.

Vini lucani

Sono di pietra bianca in una distesa di verde muschio molto curato. All’interno di questi ambienti si crea una umidità naturale fresca che consente all’uva di fare il suo “lavoro” nella migliore delle condizioni. Dai documenti si ricava che probabilmente, l’usanza del palmento per produrre vino, risale al XVI secolo. A quanto pare, si instaurò una tradizione francese, radicatasi con le ben note invasioni Angioine.

I palmeti di Pietragalla - Palmenti Di Pietragalla
Antichi palmenti (Wikipedia -Giovanni Lancellotti – CC BY-SA 4.0)

Qui all’inizio lavoravano di buona lena dei monaci che producevano il vino da soli. Poi la gente imparò il mestiere. Successivamente, si è sviluppata una vera e propria filiera, ovvero una “industria” vinicola del tutto autoctona. Arriviamo poi all’inizio del XX secolo, sempre con la stessa tradizione. Alcuni palmenti sono funzionanti ancora oggi. Si possono visitare e vedere come sono anche all’interno. L’insieme degli ipogei è invece divenuto il Parco Urbano dei Palmenti.

I palmenti di Pietragalla e il parco urbano

Le 200 casette del parco hanno tutte la stessa struttura. A volte era presente un camino, altre solo un braciere. Ancora oggi è possibile quindi ammirare ambienti praticamente intatti risalenti al XIX secolo. In alcune casette si organizzano degustazioni dei migliori vini della zona. C’è anche un Museo della Civiltà Contadina e due bellissimi corsi d’acqua che scorrono vicini: il torrente Rosso e il fiume Cancellara. Entrambi sono immersi in paesaggi ancora selvaggi. Pietragalla si trova a soli 20 km da Potenza. Tra l’altro nei dintorni si può vivere pienamente la natura, facendo trekking alla Murgia della Madonna. Per raggiungere la località lucana, si consiglia l’auto. Dall’autostrada A3 uscite a Sicignano-Potenza e imboccate la Statale 169 che vi condurrà al paese. Se arrivate tramite l’autostrada A16 Napoli-Bari, invece, uscite a Candela e seguite le indicazioni per Potenza e per le Statali 106 e poi 407 Basentana. Gli aeroporti più vicini sono Bari e Napoli.

I palmenti di Pietragalla, simboli dell’antica civiltà rurale ultima modifica: 2022-07-12T07:08:12+02:00 da simona aiuti

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