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CULTURA LO SAPEVI CHE

Favole lucane che dai borghi viaggiano in tutto il mondo

favole lucane - Bella Addormentata

Favole lucane e fiabe che viaggiano nel mondo! Tante generazioni di bambini, sono cresciuti con le favole raccontate davanti al camino, senza conoscerne l’origine e senza sapere quanto essa sia vicina alla nostra realtà.

Favole lucane

Favole lucane piccole e grandi, hanno attraversato non solo i secoli, ma anche gli oceani, viaggiando in tutto il mondo. Conosciamo anche solo per sommi capi la favola della Bella Addormentata nel Bosco, oppure Cenerentola o anche Hansel e Gretel. Molti non ci crederanno, ma anche personaggi dei cartoni animati come Raperonzolo, hanno una matrice lucana. Dobbiamo fare riferimento al nobile napoletano Giambattista Basile, nato nel 1566, che scrisse il “Cunto de li cunti”, una raccolta di cinquanta racconti.

favole lucane - Libro Di Favole
fonte foto – Pixabay

L’opera del nobile partenopeo vide la sua completezza nel 1630 ad Acerenza, nel territorio di Potenza. All’epoca lo scrittore era a servizio del Duca di Acerenza Galeazzo Pinelli. Al Basile si deve l’ideazione di un modello narrativo vero e proprio e del genere fiaba nell’opera “Lo cunto de li cunti, overo lo trattenemiento de peccerille”. In pratica si tratta de “La fiaba delle fiabe, o l’intrattenimento per i più piccoli”.

Giambattista Basile e le favole lucane

L’opera è stata redatta in lingua napoletana e poi pubblicata postuma per volontà della sorella dell’autore che era una famosa cantante dell’epoca, Adriana Basile. Da quel momento, lentamente, le favole del Basile si diffusero largamente, entrando di fatto nel tessuto letterario europeo. All’autore s’ispirarono in tanti, elaborando e rielaborando i suoi racconti per bambini, diventando un patrimonio comune a tutta la cultura mondiale.

favole lucane - panoramica del Monte Pollino
fonte foto – Wikipedia – Fernando Santopaolo – pubblico dominio

Però la scintilla partì dal castello di Lagopesole, un maniero medievale d’epoca federiciana, sito su una collina a circa 820 m sul livello del mare. Ci troviamo pressappoco tra i fiumi Ofanto e Bradano, in Basilicata. Il castello sorge nel borgo di Lagopesole da cui prende il nome, e si staglia a ventaglio sul fianco rivolto a sud della collina. Il castello di fatto fa parte del comune di Avigliano, appunto nella provincia di Potenza. Dal 2014 il sito è parte del Polo museale della Basilicata.

Castello di Lagopesole

In questi luoghi, il Basile, nel corso delle sue esplorazioni, tra i paesaggi aspri e meravigliosi della Lucania, e non solo, raccolse miti e storie. Curioso, si fece raccontare leggende e storie popolari, annotando tutto e trascrivendo un grande patrimonio culturale, che altrimenti sarebbe andato perduto. Quindi, tante fiabe scritte dal nobile napoletano, diventate note nel mondo, derivano da racconti orali tramandati nel corso degli anni dagli abitanti del posto.

favole Lucane - Castellol di agopesole
fonte foto – Wikipedia – IlSistemone – CC BY-SA 3.0

Ad esempio c’è la storia della bella Petrosinella, che abitava proprio nel castello di Lagopesole, che è diventata di fatto “Raperonzolo”. Quindi, il suo nome deriva dal prezzemolo, la pianta che coltivava una strega; perché che favola sarebbe senza una “strega cattiva”? Il prezzemolo era rubato poi dalla futura mamma della protagonista che ne aveva desiderio essendo in dolce attesa. Infine, ancora oggi è visibile la statua della donna con le trecce, sopra una torre nel castello in attesa dell’amato.

Monte Pollino

Questa fiaba, come altre poi, si diffuse attraverso i Normanni in tutta la Sicilia. Sembra che ancora oggi, la storia sia tramandata dai pescatori, che parlano di Petrosinella chiusa in una torre. La fanciulla dalle lunghe chiome, nella favola, faceva appunto scendere dalla finestrella le sue incredibili trecce. Ma esiste anche la storia della Bella Addormentata, che scende in qualche modo dal Monte Pollino. Quei luoghi meravigliosi fanno da scenario a quella che è identificabile oggi con la favola della Bella Addormentata nel Bosco. Infine, ancora oggi la vetta della montagna si chiama proprio “serra Dolcedorme” e “Cozzo della Principessa”. Quindi, secondo le credenze popolari, sembra che siano stati i pastori che iniziarono a raccontare di questa fanciulla, vedendo sulla cima e tra le nebbie i “pini Loricati”. La particolarità dei rami di questi alberi è che una volta caduti e senza corteccia, sembrano figure eteree dormienti.

Favole lucane che dai borghi viaggiano in tutto il mondo ultima modifica: 2020-01-10T07:49:55+01:00 da simona aiuti

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